Anoressia

La parola anoressia deriva dal greco anoreksis e significa “completa mancanza di appetito”.
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L’anoressia nervosa, un disturbo divenuto frequente a partire dagli anni ’60, è una sindrome grave, che colpisce nell’85 per cento dei casi ragazze di età  compresa tra i 12 e i 25 anni, appartenenti a qualsiasi classe sociale.

La malattia ha un esordio graduale e insidioso e può per un certo periodo di tempo passare inosservata: l’alimentazione viene progressivamente ridotta con il pretesto di disturbi digestivi, malesseri, restrizione dei gusti a pochi cibi, e vi è all’inizio un impulso irrefrenabile a fare ginnastica e a muoversi in continuazione.

Il momento scatenante può essere:

  • una frase scherzosa o il commento di qualcuno, che fa scattare l’autocritica nei confronti del proprio corpo
  • una dieta dimagrante suggerita dal medico o auto-prescritta per diminuire di qualche chilo, che poi si trasforma in una restrizione alimentare.

Il peso corporeo si riduce drasticamente, talvolta a livelli incompatibili con la vita, ma anche se notevolmente sottopeso, questi soggetti si vedono sovrappeso ed hanno il terrore di riprendere peso, anzi il fatto di dimagrire li incentiva a continuare nella dieta dimagrante.

L’ anoressia è contraddistinta da una forza inarrestabile che consente a a chi ne soffre di sentirsi “onnipotente”.


In realtà  il controllo sul proprio corpo porta ad un’inarrestabile deterioramento che finisce con l’ allontanare ogni gioia ogni relazione, ogni prospettiva.

L’insorgere di questa malattia coincide solitamente con la crisi puberale e adolescenziale.

L’adolescente femmina subisce più del maschio una irruente e sensibile trasformazione del fisico, spesso non accettata, soprattutto quando distante dallo schema corporeo desiderato e proposto dai mass media.

L’ostilità non è rivolta al cibo, ma al proprio corpo. Anzi il cibo è oggetto di attenzione, la gastronomia suscita interesse, la cucina diventa un vero e proprio hobby coltivato per gli altri; ogni pasto tuttavia si trasforma in un dramma domestico che rinforza l’opposizione a non alimentarsi. Il soggetto affetto da anoressia se costretto ad alimentarsi nasconde il cibo o lo butta via.

Uno degli aspetti più gravi di questa malattiaè la negazione della malattia e la resistenza al trattamento terapeutico, e per questo motivo l’anoressia nervosa viene identificata dall’ O.M.S come seconda causa di morte tra le ragazze fra i 12 e i 25 anni nel mondo.

La terapia dell’anoressia prevede dapprima il ricovero in centri specializzati e viene effettuata da una equipe di medici, psicologi, dietisti, educatori ed infermieri con trattamenti farmacologici, rieducazione alimentare e psicoterapia.